lunedì 29 aprile 2013

La disperazione della gente comune

Non so se c'è un'analogia tra il folle che ha sparato ad un carabiniere (a cui va tutta la mia comprensione e rispetto perchè resterà molto probabilmente paralizzato se si salverà), perchè non è riuscito ad ammazzare un politico o la povertà e la disperazione che vedo ogni giorno per le strade, ma il fatto è che troppo spesso incontro il male di vivere, la precarietà, la sensazione di non farcela e credo che un Governo composto da democristiani e berlusconiani non darà alcuna risposta concreta a questo malessere.

Proprio ieri ho messo benzina alla mia auto in una stazione self-service e invece di trovare il povero immigrato dai paesi del terzo mondo, c'era un'italiana, sulla cinquantina, con aria triste e rassegnata che mi ha servito e ha accettato la mia misera mancia...volevo parlarle, chiederle come mai si trovava anche lei in quella situazione, cosa era successo, ma poi sono stato zitto, per vegogna, perchè comprendevo chiaramente che ogni mia parola sarebbe stata inutile in quanto era ovvio perchè era costretta a fare l'abusiva in una stazione di benzina.

Non c'è lavoro, non c'è sostegno alcuno per le persone che se la passano male e la stessa carità cristiana, un po' ipocrita e perbenista, non basta più a dare sollievo, a risolvere i problemi. E' lo stesso che deve aver pensato il pregiudicato disoccupato che ho visto suicidarsi tempo fa buttandosi dal quinto piano di un appartamento in via monti tiburtini. O il commerciante che si dà fuoco perchè è costretto a chiudere la sua attività stangolato da tasse, da multe e dalla crisi. O l'impiegato di un ente pubblico il cui contratto è fermo da anni e non riesce ad arrivare alla fine del mese. 

E' lo stesso vuoto che percepiamo quando andiamo a fare interminabili fila per pagare le bollette alla posta vedendo svanire il nostro magro stipendio (quando lo abbiamo), quando cerchiamo assitenza medica e ci accorgiamo che non ci sono posti letto, che gli ospedali chiudono per la spending review, quando l'assistenza sociale scompare perchè non ci sono fondi in quanto dobbiamo rispettare i folli parametri europei e sostenere il peso di una politica e di un'economia ormai lontana dalla gente...

Si parla di modernità, ma sembra di essere tornati all'epoca della Francia pre-rivoluzionaria...quando esisteva un'artistocrazia grassa, arrogante e dissipatrice richiusa nel suo sfarzoso castello a Versailles e una moltitudine di poveri, di arrabbiati, di affamati di giustizia, di uguaglianza, di fratellanza pronti ad assaltare i palazzo...qui non si tratta di giustificare o spiegare il gesto di un dispetato che spara, di un suicida che si toglie la vita perchè non vede via d'uscita, o di una donna che ti sbarca il lunario chiedendoti l'elemosina, qui si tratta di comprendere che questa realtà, questo sistema, questa politica fatta di compromessi e inciuci, non va più bene, non è più sostenibile, almeno per il nostro paese e si deve cambiare, cambiare sul serio...

sabato 27 aprile 2013

Contro il precariato

E' necessario rilanciare una lotta consapevole e cosciente vero il precariato e la condizione di instabilità che il mondo del lavoro ha assunto in questi anni con un arretramento delle condizioni lavorative non solo di chi non ha un contratto ma anche di tutti coloro che sono ancora garantiti ma si vedono togliere interi pezzi di libertà, diritti acquisiti e sotegno in nome di una distorta visione dei doveri e della produttività.

Non si deve scadere nell'errore di una lotta tra poveri ma la battaglia va portata direttamente verso chi ha in mano le leve del potere e dell'azione impositiva annullando la vecchia concezione che alla flessibilità corrisponde maggiore occupazione e sviluppo sociale...in realtà si produce solo sfruttamento e disoccupazione e questa dimensione è ormai sotto gli occhi di tutti.

A questo occorre contrapporre un programma che abbia al centro l'essere umano e i suoi bisongi, ponendo particolare attenzione all'esigenza di un'abitazione, di una tutela sanitaria all'avanguardia, di un ambiente salubre, di infrastrutture e trasporti degni di questo nome, di difesa dei diritti in quanto consumatore, di apertura di nuovi profili di credito per avviare attività.

E' ovvio che tutto questo si può realizzare solo unendo le forze e impegnandosi in un progetto condiviso che superi gli interessi di parte, gli interessi di bottega e vada a colmare quel vuoto di democrazia e di socialità che uno dei drammi della nostra realtà.